Perchè non possono abbonarmelo?
In fondo la materia che mi manca non è poi così fondamentale, diciamolo pure:
il latino non lo parla più nessuno.
Ma, per quanto io possa cercare di impegnarmi per portare a termine questo luuungo e aaapprofondito percorso di studi, il destino si mette sempre di mezzo e mi impedisce di studiare.
Avevo già raccolto tutto il materiale per preparare quell'inutile materia, qual è la letteratura latina, quando mi capita di essere presa a fare uno stage per gestire una galleria d'arte.
Lavorare in una galleria d'arte è proprio il mio sogno segreto (e nemmeno tanto) nel cassetto e quindi mi sono trovata costretta ad accettare (oh! povera me! Destino crudele…). Con quale coraggio avrei potuto dire di no, eh!?
[Qui urge aprire una parentesi per spiegare come sono finita a fare la stagista (questa parola evoca inequivocabilmente un'unica immagine nella mia testa: Monica Lewinsky con quell'orrendo vestito blu elettrico);
cercherò di farla breve: una mia amica (quasi sorella - ci conosciamo dalla prima elementare) viene a conoscenza di questa opportunità;
telefona per chiedere maggiori informazioni sulle caratterstiche necessarie per partecipare alla selezione e butta lì con non-chalance il fatto del corso di animatore museale e robe simili e così si guadagna un colloquio immediato;
al colloquio immediato viene praticamente incoronata come stagista perfetta e si vede consegnare le chiavi della galleria e svelare tutti i rituali di apertura e chiusura, una volta finita la cerimonia dell'incoronazione come stagista perfetta pensa che quello è il momento giusto per fare il mio nome per il secondo posto in palio nel magico mondo dello stage;
ed eccomi catapultata nel magico mondo dello Stage, saltando a piè pari il limbo del call center]
Così ogni pomeriggio (esclusa la domenica e il lunedì) sono impegnata, insieme alla mia amica-sorella, con la gestione della galleria e perciò sono costretta mio malgrado (...muahahahAHAhah) a stare lontana dall'IL e da tutte quelle simpatiche poesiole che ha scritto Catullo tanto tanto tanto tanto tempo fa.
Ad ogni modo, tutto questo è già successo un mese fa e quindi ho avuto modo (e piacere) di conoscere (per telefono) nuove persone (le-stagiste-del-mattino) e di conseguenza ho potuto (e posso) finalmente sperimentare "il lavoro di gruppo" dal vero (e non come in quella buffonata di project work fatto col corso di Animatore Museale: avevamo ipotizzato un "Museo del Murales"... ma si può? si può essere tanto cretini?).
Sono arrivata alla conclusione più ovvia e condivisa dai più: il lavoro di gruppo (o d'equipe - che suona più figo) fa schifo, soprattutto se sono costrette a collaborare tra loro persone tanto diverse (età, cultura e interessi) e che non si possono nemmeno vedere di persona.
Prima di entrare nel merito dei simpatici scambi interculturali lavorativi avuti con le-stagiste-del-mattino, bisogna che io metta in chiaro una cosa fondamentale: il concetto di stage.

Cosa si intende per stage?
Partiamo da cosa non si intende per stage: lo stage formativo non è quel tipo di lavoro non remunerato che ti permette di stare a stretto contatto con un esperto del settore, in cui stai per l’appunto facendo lo stage, per poterne carpire i trucchi e i segreti e fare tuo quel lavoro: no, non è questo!
Lo stage è sfruttamento (uno sfruttamento che però – in questo caso - a me non dispiace) lavorativo non remunerato, stop.
Detto ciò possiamo passare alla descrizione dei brevi ma intensi rapporti telefonici avuti con le-stagiste-del-mattino.
Bisogna, prima di tutto, specificare che costoro hanno all’incirca 10 anni più di noi e che probabilmente sanno poco o niente di come ci si comporta nella gestione di una struttura museale e/o espositiva e che il loro sport preferito è lamentarsi.
Si lamentano di tutto: del fatto che non hanno mai visto il capoccia della galleria (mentre invece noi si – mica è colpa nostra se questo va in galleria solo il pomeriggio) del fatto che non hanno un modello di riferimento a cui ispirarsi e al quale chiedere come compartarsi e che quindi non sanno cosa fare.
Le scuole e i fax
E’ stato detto loro di fare delle telefonate per invogliare le scuole a venire a visitare la galleria: alla prima risposta negativa e alla richiesta di un fax, hanno pensato bene di smettere di telefonare e, nonostante sapessero che il fax era già stato preparato (dalla mia amica sorella che di fax e cose comunicative in generale ne capisce, visto che studia relazioni pubbliche) e consegnato a chi di dovere per essere spedito, hanno ritenuto opportuno farne uno loro: lungo due pagine con tanto di foto gigante a tutta – prima - pagina (forse credono che i fax vengano stampati da omini lillipuzziani intrappolati nel telefono-fax), insomma hanno fatto una specie di rotolo -pubblicitario - del mar morto, con tanto di offerta in stile giorgio-mastrota: “alle prime tre scuole che chiameranno la visita guidata sarà gratuita e in omaggio una bici con cambio shimano”.
La brochure
La mostra è un po’ – come dire? – essenziale.
Non sono state previste brochure informative né volantini, nulla di nulla.
Però l’utenza ne ha fatto sempre richiesta, così una de le-stagiste-del-mattino ha fatto una bella pensata (diamo a Cesare ciò che è di Cesare – così intato ripasso il latino…): ha stampato il comunicato stampa, triste e sconsolato, senza un’immaginina, senza una fotina, senza niente di particolare – come si dice dalle mie parti – l’ha stampato “schitto e amaro”.
Quel volantino mi faceva una tristezza infinita e visto che avevamo ricevuto l’ok per fare tutto ciò che era nelle nostre possibilità, con l’unica condizione di non spendere un centesimo, mi sono armata di buona volontà e con un po’ di pazienza, qualche immagine (quelle concesse per i comunicati stampa e le agenzie giornalistiche) e il mio fido mac mi sono cimentata a creare (per la prima volta) una brochure.
Il risultato, modestia a parte, è stato piuttosto soddisfacente e ed è piaciuto ai “capi”.
Abbiamo stampato una cospicua scorta di brochure da piegare in seguito e l’abbiamo lasciata nell’ufficio per renderle accessibili anche a le-stagiste-del-mattino e, per fare la simpatica, sopra la carpetta ho attaccato un post-it con su scritto “brosciù”: le stagiste del mattino non lo vanno a correggere?
“Si scrive brochureS”.
Ma và?
Davvero?
Menomale che ce l’avete detto!
Poi, in verità, la mia piccola brochurina aveva dei piccoli errori qui e là e loro anziché rendersi utili e correggere gli errori di battitura nel file sul pc si sono passate il tempo a correggere il titolo del file: ovunque trovavano scritto “brosciù” - PAM! - sentivano un istinto irrefrenabile che le costringeva a correggere il terribile errore, un po’ come il cane di Pavlov con il suono del campanello.
Un bel giorno le brochure piegate, esposte e date in pasto al pubblico – corrette alla meno peggio – sono andate esaurite, loro, anziché piegare le altre, hanno ristampato il triste volantino.
E, probabilmente consapevoli anche loro della incommensurabile tristezza di quel foglietto smunto, hanno fatto un’altra bella pensata: hanno fatto la brochure!!! (che brave!) – con il Power Point – e per la scelta delle immagini hanno indiscriminatamente saccheggiato il catalogo della mostra.
Alla domanda “perché non avete usato le brochure?” la-stagista-del-mattino ha cominciato a farfugliare cose senza senso, tipo:
“Quali brochure?
Brochure? C’erano le brochure?
Non lo sapevamo.
La stiamo noi facendo a colori.”
Con quale faccia (lavata) mi dici che non sei a conoscenza dell’esistenza della brochure dopo che ti sei passata il tempo, per quasi una settimana intera, a farci la lezione su come si scrive correttamente la parola BROCHURE?
Aggiungendoci per di più quella leziosa e inutile esse finale come a sottolineare la considerevole quantità di copie stampate: BROCHURES!
E sei pure ignorante! Non sai che in italiano non occorre specificare il plurale nei prestiti dalle altre lingue?
Infine, la brochure non può essere stampata a colori, perché:
a) non ci sono soldi:
b) la stampante dell’ufficio stampa in una splendida scala di grigi, ma niente colori;
c) in realtà la brochure non avrebbe dovuto proprio esistere, è stata fatta solo per soddisfare la richiesta di tutti quei deliziosi visitatori che l’han cercata e il suo uso e consumo va esaurito esclusivamente all’interno della galleria;
Quindi: Cosa vuoi fare tu a colori?
Io ti faccio a colori!
Oh!
3 commenti:
oh! finalmente sei tornata a postare!!!
cazo, ma davero no l'ho sai ce si sccrive "brochure"???? certo ce sei proprio igniorante forte, eh???
eh sì, quella del "le parole in altre lingue non si declinano al plurale" è una lunga e difficile battaglia... fa troppo figo dire: ho visto molti films, spesso vado in montagna nei weekends, i fans delle stars accompagnavano cantando tutte le hits del momento... e tu non puoi farci niente!!! òrvuà!
ehy...ma come scrivi 'gnurant!!!
si scrive au revoir!
Oh!
Diamine un pò d'attenzione per dinci!
Senti...ma ce l'hai con le 30enni?O...solo con le sveglione "stagiste-della-mattina"?Io sn del '76 e mi sento un po' presa di mira...così...sai...indirettamente.
Comunque sia...smetti di lamentarti anche tu daiiii.....altrimenti sfogati con loro direttamente che così stai meglio.Saluti dalla 31enne!
Posta un commento