mercoledì 6 giugno 2007

sociologia del viaggiatore

I viaggi in pullman a lunga percorrenza sono fastidiosi, è risaputo.
Otto ore rinchiusi in un minuscolo spazio vitale con solo tre soste concesse può portare all’alienazione, soprattutto se manca il poggia braccio centrale e passi tutto il viaggio con il gomito del tuo vicino di posto conficcato nel fianco sinistro.
Ma per fortuna a riportati nel mondo reale ci sono le conversazioni degli altri viaggiatori: una bella sequela di luoghi comuni snocciolati come grandi verità.

Su un pullman si possono ritrovare varie tipologie di esseri umani e stavolta ho trovato:

- la ragazza dell’entroterra in cerca di sistemazione
- la madre di famiglia ma anche donna di mondo
- il giovane rampante futuro selfmademan

La ragazza-dell’antroterra-in-cerca-di-sistemazione

La ragazza-dell’antroterra-in-cerca-di-sistemazione si riconosce dagli occhi rossi gonfi di lacrime per il distacco dal fidanzato-che-vive-lontano appena avvenuto.
Il piagnisteo dura dalle 2 alle 4 ore, per tutto il viaggio, perché il soggetto in questione alterna fasi di pianto e veglia a fasi di sonno e quiete.
Inoltre le fasi di pianto e veglia sono scandite da telefonate regolari in cui la ragazza-dell’entroterra-in-cerca-di-sistemazione col fidanzato-che-vive-lontano si scambia parole di tenerezza e dolore, tipo:
«Amò, mi manchi, sto malissimo…» e poi parte un’interminabile discorso che ha per tema centrale la casa da trovare per poter finalmente convolare a giuste nozze: meta che si sono prefissati da 6 anni a questa parte e forse realizzabile nel 2008 «…se tutto va bene…».
Sfinita dai mille problemi che saltano fuori quando si cerca di trovare una casa, «piccina ma dignitosa», e dilaniata dal dilemma che le attanaglia la mente - “ma l’autri comu fanu?” - la poverina si rimette a dormire in attesa della prossima telefonata, ansiosa di sapere dove, come, perché, con chi, cosa fa il suo fidanzato-che-vive-lontano.

La madre di famiglia ma anche donna di mondo e il giovane rampante futuro selfmademan

La madre di famiglia e il giovane rampante si svelano a vicenda.
La madre di famiglia comincia ad attaccare bottone col giovane rampante perché rivede in lui il figlio lasciato a casa e così comincia a fargli domande sulla sua vita, dov’è nato, dove vive ma soprattutto cosa fa e cosa studia.
A tutte queste domande il giovane rampante comincia a raccontare la storia della sua vita e salta fuori che lui al momento studia, ma senza convinzione, cinema indirizzo regia, alla scuola di Mauriziocostanzosciò a cinecittà, al quale versa 500 € ogni tre mesi, ma senza aver il privilegio di frequentare gli stage che hanno avuto la possbilità di frequentare i vecchi studenti: «…sfteig con gente importante come Dario Argento e quello che ha fatto la fiscion sful papa… il papà di Angiolina Jolie… come sfi chiama? Ah, sfì! John Malcovick!», però tiene a precisare che lui studia e lavora.
Ha lavorato come magazziniere, pizzaiolo, cameriere in ristoranti e pizzerie, ma nella vita ha fatto molto altro.
Ha lavorato con la protezione civile e distribuiva bottigliette d’acqua ai funerali del papa,
ha lavorato con la croce rossa come volontario di pronto soccorso,
ha lavorato con i pompieri e ha spento piccoli incendi,
sa dirigere il traffico,
ha preso l’attestato di bagnino,
è un ultrà del Lecce,
ama viaggiare, soprattutto in Italia «…ma quesfto natale sfono sftato in Normandia… vicino la Lapponia»,
sarà istruttore di canoa o qualcosa del genere in un villaggio turistico,
ma soprattutto è critico cinematografico.
Ha confessato alla madre di famiglia che gli piacerebbe tanto andare in pellegrinaggio cinematografico a Corleone per poter vedere dal vivo l’ambientazione del Padrino perché il Padrino è uno dei suoi film preferiti e – incredibile, incredibile, oseri dire assurdo e allucinante – per una strana coincidenza della vita è il film preferito di molti suoi nuovi amici (probabilmente conosciuti alla scuola di cinema): è il Padrino di Francis Ford Coppola, mica è Fucking Amal di Lukas Moodysson.
Questo elogio del Padrino deve aver richiamato alla mente della madre di famiglia ma anche donna di mondo i Cento passi e chiede al giovane-ramapante-selfmademan-cinematografico cosa ne pensa:

Giovane: bello sfi, molto bello…
Madre: secondo me è più bello del Padrino perché più vero…
Giovane: già, certo, in fondo il Padrino è più un’americanata…
Madre: …si si, è un film da cassetta…

Povero Francis…

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Alla scuola di cinema di mauriziocostanzosciò come li reclutano i loro studenti? Da Blockbuster?

4 commenti:

clarkgheibol77 ha detto...

Una volta mi è capitato di fare Messina-Roma in pullman. Penso mi sia andata peggio: metà militari e metà suore... ed io mi trovavo esattamente al confine tra i due blocchi.

Meglio il treno: si fanno incontri decisamente più interessanti. Come Mario (un travestito che si faceva chiamare Paola) e sua madre (un donnone che da sola prendeva due posti). Ovviamente, dovetti declinare con la dovuta gentilezza il suo invito a fumare una sigaretta con lui in bagno...
Anche Marialaura era molto simpatica. Fu lei che, chiacchierando di cucina con le due suore che sedevano nel nostro stesso scompartimento (eh sì... ho un karma molto negativo), disse loro: "Del resto, due sono i piaceri della vita e uno è sicuramente mangiare".

clarky

s0phi3 ha detto...

auhauhauahh poverina! però, visto che te li sei studiati così bene, perchè non fai l'antropologa? :P

treppunte ha detto...

:-)

Divara ha detto...

Il ritratto de La ragazza-dell’antroterra- in-cerca-di-sistemazione è semplicemente perfetto! Peccato che io quel genere di esseri umani lo voglia sterminare...
dai no, troppo cattiva. diciamo solo azzittire per un paio di lustri!