giovedì 26 novembre 2009

Duemiladodici

Ieri sono andata al cinema.

Ieri al cinema sono andata a vedere 2012.

Alle 19:00 (è un dato importante).

Ho scelto di vedere questo film perché pensavo fosse una sorta di documentario realistico, che mi potesse aiutare a capire come sfuggire alla prossima e imminente apocalisse maya o, per lo meno, svelare di che morte morirò il ventuno dicembre duemiladodici.

Quindi, durante la visione, mi sono ripromessa di prendere lezioni di volo. Non tante, solo una, o al massimo due, perché tanto basta. Pare che con una sola lezione di volo, o al massimo due, si riesca a sfuggire dai palazzi che crollano gli uni su gli altri, al treno della metropolitana che affiora dalla crepa istantanea che si crea in mezzo alla crosta terrestre, alle palle di fuoco sputate fuori da un vulcano estemporaneo e non solo, con una sola lezione di volo o al massimo due, si riesce pure a pilotare un aeroplano gigantesco da carico russo, stracolmo di autovetture pazzesche, a sei motori (l’aereo non le macchine).

Scampare alla metropolitana

Poi, altra cosa fondamentale: bisogna diventare amici dei musi gialli. Perché le arche in cui salvare l’umanità umana animale e vegetale, le costruiranno proprio loro. Percui avere amici tra le manovalanze che ti possano fare imbucare sulla super arca che ti salva la vita e l’umanità, quando magari per il 2012 non si fa in tempo a mettere da parte il miliardo di euro per pagare il biglietto, aiuta.

Quando ormai ero tutta concetrata a schematizzare le tante cose da fare per sopravvivere, ecco che mi rendo conto che non sto vendendo un documentario! Ma uno stupido film, un’opera di fantasia. La battuta che mi ha svegliato è stata:

«Il premier italiano non verrà con noi sulle super arche per sfuggire alla fine del mondo, preferisce non abbandonare il suo paese e ha deciso di affidarsi alla preghiera»

il premier che preferisce pregare piuttosto che salvarsi

(E una fragorosa e interminabile risata ha riempito l’intero cinema, per altro mezzo vuoto).

Una chicca.

La figura del protagonista è ricalcata su un uomo di grande cultura e fine scrittore italiano: Giacobbo.

Per finire, alla fine del film si scopre che l’unica zolla terrestre a non essersi inabissata, a non essere implosa, a non essersi sciolta è la zolla dell’Africa.
L’ho sempre detto che sono i più fortunati gli africani.
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Alle 23:46, tornata a casa, mentre vedevo X-Factor, un laconico commento:
 “che film di merda che abbiamo visto”.

5 commenti:

pilloledicinema ha detto...

Non credo che vedro mai questo film, ne hanno parlato tutti troppo male per farmi venire la voglia di buttare due ore e mezza della mia vita in una schifezza simile.
Hai tutta la mia solidarietà.
Ciao

nonhosemplicita ha detto...

Dai, su... per tre eurini e cinquanta un cinemino catastrofico tra amici si può fare.
Un volta ogni tanto.
Con moderazione.

pilloledicinema ha detto...

Intanto io di euro ne pago almeno 5. E poi più che altro è per il tempo buttato, non per i soldi.
Ciao

Falloppio ha detto...

ce l'hanno piu' lungo....il continente.

nonhosemplicita ha detto...

 Niente, troppo fortunati gli africani!